Morihei Ueshiba

ideogram-Morihei_UeshibaMorihei Ueshiba, Ō Sensei (“Grande Maestro”), termine con cui i praticanti di Aikido si rivolgevano al Maestro nacque a Tanabe il 14 dicembre del 1883 e fu l’ultimo rappresentante della famosa ed antichissima scuola di Daito-ryu diretta dall’austero Maestro Sokaku Takeda che lo istruì nella misteriosa pratica dell’Aikijutsu. Si specializzò in tutte le arti marziali allora esistenti. Studiò profondamente le religioni e le tradizioni cinesi e giapponesi. Tutto ciò lo portò a sviluppare un ideale di armonia e fratellanza che modificò il suo concetto di arte marziale. Le basi tecniche ed i principi della pratica seguite dal fondatore differirono a seconda delle epoche di evoluzione del suo percorso di studio nelle arti marziali e della realizzazione della propria personale concezione del Budō.

Morihei_Ueshiba_1L’Aikido infatti si è sviluppato in due fasi distinte: una prima intimamente collegata al percorso evolutivo dello studio del Budo giapponese da parte del fondatore ed una seconda a partire dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale quando l’Aikido iniziò la sua rapida affermazione nel mondo in modo particolarmente veloce e ramificato immediatamente dopo la morte del suo fondatore.

Prima fase: evoluzione dello studio del Budō da parte del fondatore (1912-1926)

In questo periodo il Maestro si dedicò a numerose forme di Bujutsu ed in particolare approfondì la pratica del “Daitō-Ryū Aikijūjutsu” sotto la guida di Sokaku Takeda, trentacinquesimo successore della Scuola Daito. La scuola Daitôryû di Aizu diretta dal Maestro Takeda ed in cui il fondatore dell’Aikido si distinse tra i migliori allievi, fu una delle più rappresentative.

Nel 1919 avviene il primo incontro con Onisaburo Deguchi, capo carismatico della setta religiosa Ōmoto-kyō da cui trarrà ispirazione nella sua evoluzione spirituale.

Nel 1922 completa i suoi studi del Daitôryû Aikijujitsu e riceve da Sokaku Takeda il diploma “Kyoju Dairi”, grado di istruttore che lo certifica quale rappresentante della Scuola Daito.

Nel 1925 Ueshiba ebbe la sua prima occasione di “risveglio spirituale”. Sfidato da un alto ufficiale della Marina scettico sulle sue effettive abilità nella difesa, senz’armi e contro un avversario armato, fornì una dimostrazione delle sue reali capacità disarmando a mani nude l’ufficiale armato di bokken vanificando il suo attacco al primo colpo. Da lì iniziò un mutamento interiore che lo rese capace di interpretare in una luce nuova il suo rapporto non solo con il Budō ma anche in ogni aspetto della realtà esteriore. Il Maestro ebbe anche altre occasioni di esperienze simili che, unitamente all’idea religiosa trasmessagli da Deguchi, il quale sosteneva che l’Arte è la madre della religione e l’Arte permette la nascita della religione, lo spinsero ad un collegamento sempre più stretto fra “Arte” e ” Religiosità” ” per convergere infine in una visione religiosa delle Arti marziali e del Budō.

kobayashi2Questa stessa peculiare ispirazione nel campo delle Arti marziali, fece maturare in lui il convincimento che a partire dall’Arte e dalla sua capacità di elevare la spiritualità dell’Uomo, si potesse arrivare a risolvere il problema esistenziale e religioso dell’Uomo stesso e che di riflesso ciò fosse realizzabile anche in relazione alle “Arti” militari.

Questo convincimento lo condusse ad interiorizzare sempre di più la propria pratica marziale e, passando attraverso alcune crisi mistiche, concepì la visione del Budō come armonizzazione del Sé individuale con il Sé dell’Universo e da questa concezione il suo studio delle discipline marziali si modificò fino ad assumere quei connotati di forme che il fondatore definì “Ai-Ki-Do” ovvero la sublimazione delle Arti marziali nell’essenza stessa dell’aspirazione spirituale, etica e sociale del Budō giapponese.

 

Dal primo al sesto anno dell’epoca Shôwa (1926-1931)

In questi anni si allontanò dalla religione per dedicarsi completamente al Budō fino a diventare uno specialista nei principali stili di arti marziali giapponesi. Dal Daitôryû Aikijujutsu si entra nell’epoca dello Ueshiba-ryû “Aiki-jujutsu” successivamente modificato in “Aiki-bujutsu” e in seguito “Aiki-budô”. Il fondatore aggiunse al Daitōryu le proprie conoscenze specifiche relative alle tecniche di lancia (Sōjutsu) e di spada (Kenjutsu), di cui era un esperto riconosciuto, creando il metodo uchikomi, considerato l’ espressione dell’Aikidô.

Nel 1927 si trasferisce con la famiglia a Tokyo, nel distretto di Shiba Shirogane ed in una sala provvisoriamente concessagli dal principe Shimazu inizia l’insegnamento della “Via dell’Aiki” che in quegli anni denominò: Aiki-Budō.

kobayashi4Nell’ottobre del 1930 il Maestro Ueshiba aveva temporaneamente spostato il suo Dojo nella località di Mejirodai e proprio qui andò a fargli visita il Maestro Jigorō Kanō, il fondatore del Judo, il quale vedendolo praticare il suo Aiki-Budō esclamò: “…ecco il mio Budo ideale…” ed immediatamente inviò due dei suoi migliori allievi, Jiro Takeda e Minoru Mochizuki, a studiare presso di lui.

Nel 1931 inizia l’attività nel Dojo Kobukan a Wakamatsu-cho, Shinjuku di Tokyo che diventerà poi il centro mondiale dell’Aikido (Hombu Dojo Aikikai).

Seconda fase: sviluppo e diffusione in Giappone e nel mondo (1931-1947)

Nel 1940 la Fondazione Kobukai viene ufficialmente riconosciuta dal governo giapponese: inizia ad Iwama-Machi, nella prefettura di Ibaraki, l’allestimento di un luogo all’aperto per la pratica.

Nel 1942 viene ufficialmente adottato il nome “Aikido”.

Nello stesso anno il figlio Kisshomaru Ueshiba diviene presidente della Fondazione Kobukai.

Nella primavera del 1943 il Fondatore decise di abbandonare tutti gli impegni fino ad allora presi nei confronti dell’ Esercito, della Marina e del mondo delle arti marziali per rifugiarsi nella cittadina di Iwama, dove si dedicò all’agricoltura, coniugando la sua passione per le arti marziali all’amore per la natura.

È in questa fase che si venne a creare l’Aikido in quanto “Via di tutti coloro che coltivano il grande amore per il cielo e la terra” ed è questa l’epoca, dal dopoguerra in poi, in cui l’Aikido è presentato al pubblico e viene divulgato in tutto il mondo.

L’Aikido si diffonde nel mondo (dal 1947 ~)

Nel 1947-1948 viene riorganizzato il Kobukai che si trasforma in “Fondazione Aikikai” e suo figlio Kisshomaru Ueshiba assume la carica di Direttore Generale della Fondazione Hombu Dojo.

In questi anni emerge la figura di Koichi Tohei, 8º dan, uno dei migliori allievi di O Sensei, che nell’immediato dopoguerra ricevette l’incarico di rappresentare il Maestro nei confronti tecnici con i Maestri di altre Arti marziali. In quel periodo, eccellenti praticanti di altre discipline marziali provenienti dall’intero territorio del Giappone ed anche dall’estero, increduli riguardo all’efficacia delle armoniose e non violente tecniche d’aikido, si recavano personalmente all’Hombu Dojo Aikikai di Tokyo per sfidare la fama d’invincibilità che l’Aikido si stava procurando in Giappone e che iniziava a diffondersi anche all’estero. Nessuno dei vari sfidanti fu mai in grado di superare il primo incontro con il valentissimo Tohei, per cui il fondatore non ebbe mai più la necessità di rispondere personalmente ad alcuna delle sfide che in quegli anni ancora si usava lanciare ai capiscuola dei vari stili delle arti marziali. L’indiscussa superiorità e qualità tecnica dell’Aikido praticato da Tohei, fece sì che nel maggio del 1956 il fondatore stesso gli conferisse l’incarico di “Capo del corpo insegnanti” (Shihan Bucho) dell’Hombu Dojo Aikikai e lo designasse quale inviato ufficiale e proprio rappresentante nelle prime occasioni di presentazione dell’Aikido all’estero. Nel 1953 Tohei si reca per la prima volta in occidente, alle isole Hawai (tragicamente famosa per i noti eventi di Pearl Harbor che segnarono l’inizio delle ostilità belliche verso gli U.S.A. da parte del Giappone), dove presenta l’Aikido sostenendo anche qui numerose sfide da parte degli increduli praticanti americani di diverse arti marziali, inclusi rappresentanti di alcuni corpi armati militari particolarmente addestrati nei tradizionali sistemi occidentali di lotta e di combattimento corpo a corpo. Tohei sbigottì talmente i suoi sfidanti americani, che la rivoluzionaria tecnica dolce ed armoniosa dell’Aikido divenne immediatamente fortemente ambita in ogni parte degli Stati Uniti.

Tra gli anni 1953-1963 Tohei fu di fatto completamente assorbito nella divulgazione dell’Aikido negli U.S.A., opera che culminò nel marzo del 1961, quando accompagnò il Maestro Ueshiba in un viaggio alle Hawai. Successivamente Tohei ampliò il suo impegno di diffusione estendendolo ai diversi continenti. Ben presto, sulla scia del successo riportato da questi, altri allievi diretti del fondatore iniziarono a viaggiare per il mondo per far conoscere questa nuova disciplina giapponese e divulgare il messaggio etico e spirituale in essa contenuto.

Nel 1967 viene inaugurato il nuovo Hombu Dojo; in occasione dell’inaugurazione il fondatore tiene la sua ultima dimostrazione in pubblico. La città di Tokyo riconosce ufficialmente l’insegnamento dell’Aikido. Il 26 aprile 1969 O Sensei muore all’età di 86 anni. Gli viene conferita l’onorificenza postuma dello Zuihosho.

 

Le parole del Fondatore:

Morihei_Ueshiba_2“Non esiste nemico nell’Aikido. Vi sbagliate se pensate che il Budo (arte marziale orientata in senso spirituale) significhi avere avversari e nemici ed essere forti e farli cadere. Non ci sono né avversari né nemici per il vero Budo. Il Budo è essere una cosa sola con l’universo Colui che ha penetrato il segreto dell’Aikido ha l’universo in se stesso, e può dire “Io sono l’universo”. Io non sono mai stato sconfitto, per quanto velocemente il nemico potesse attaccare. Questo non perché la mia tecnica è più veloce, non è un fatto di rapidità: il combattimento è finito prima di cominciare. Quando un nemico cerca di combattere con me, egli deve rompere l’armonia dell’universo, perciò nel momento in cui gli sorge l’idea di lottare, egli è già battuto: non c’è una misura del tempo veloce o lento. Aikido è non resistenza, esso è sempre vincente”.”Se il cuore è aperto e puro, non c’è spazio per il danno; e al livello più profondo, amore e volontà sono una cosa sola”.

O Sensei Morihei Ueshiba